GENITORI E DIFFICOLTA’ SCOLASTICHE DEI FIGLI: COME COMPORTARSI?

Molto spesso i genitori ci chiedono un intervento per la gestione delle difficoltà scolastiche dei loro figli.

Cosa si intende per difficoltà scolastiche e quando è giusto preoccuparsi?

Quando si parla di difficoltà scolastiche si fa riferimento a un funzionamento scolastico insoddisfacente nel rendimento, nel comportamento, nel vissuto personale dell’adolescente e/o dei suoi genitori. Mi riferisco a ragazzi o bambini con buone capacità cognitive che per qualche motivo disinvestono nello studio e non riescono a fruire delle proprie risorse intellettive e a esprimere le proprie capacità. Questo spesso può determinare le sorti del loro futuro lavorativo.  


Perché i ragazzi o i bambini disinvestono nello studio?

I problemi scolastici sono la manifestazione di un disagio che va ricercato all’interno della relazione fra giovane, famiglia e scuola.

Le problematiche che possono concorrere a un disinvestimento nello studio e nell’ambiente scolastico possono essere legate a difficoltà personali, criticità del contesto scolastico o anche problematiche famigliari. Ecco alcuni esempi: 

metodo di studio sbagliato (con l’inserimento alle scuole secondarie la richiesta prestazionale si alza e possono emergere le lacune create alla scuola primaria)

difficoltà relazionali con i compagni (anche bullismo)

difficoltà degli insegnanti e del clima di classe (può incidere soprattutto nei ragazzi più sensibili o fragili)

-clima altamente competitivo in classe

fragilità personali del ragazzo. Ad esempio bassa autostima o vulnerabilità al confronto e agli insuccessi. La scuola rappresenta un banco di prova delle proprie capacità. In caso di insuccesso può divenire un’importante frustrazione narcisistica che può portare al disinvestimento o alla perdita di fiducia in sé

-scelta dell’indirizzo di studio sbagliata (se alle scuole secondarie di secondo grado)

difficoltà in famiglia (come ad esempio lutti, trasferimenti, separazioni, clima famigliare teso)

aspettative famigliari troppo alte o non adeguate alle risorse e alle capacità del ragazzo

Può essere di aiuto la consulenza psicologica?

E’ importante capire e distinguere se si tratti di normali crisi fisiologiche dovute alla crescita cioè  a temporanee difficoltà o se si tratti di  situazioni di disagio più pervasivo che se protratte nel tempo, possono causare un malessere nel ragazzo e nella sua famiglia. Sono condizioni in cui è evidente che non sia propriamente la scuola il problema, la scuola è più il luogo nel quale si scatenano le difficoltà del bambino o del ragazzo. È importante non sottovalutare i segnali di disagio scolastico e in queste situazioni, farsi supportare da uno Psicologo.

Lo psicologo può essere di aiuto per il giovane e per la sua famiglia nell’inquadrare la natura della problematica e nell’intervenire in maniera tempestiva prima che possano presentarsi difficoltà emotive più pervasive e per evitare che si verifichino condotte di evitamento, di ritiro scolastico, isolamento o condotte oppositive. L’obiettivo è di ripristinare la ripresa di un contatto sereno e proficuo con il mondo della scuola, con la famiglia e con sé stessi.

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